quello che facciamo in vita riecheggia nell'eternità

Archivio per 7 luglio 2008

IL DESTINO E’ SCRITTO, BISOGNA..SAPERLO LEGGERE.

Perchè questo incontro? perchè questa casualità uscita fuori, la conoscenza di te e del tuo interesse?
Ho sempre creduto, e  credo, ogni incontro, ogni persona, servono e non sono casuali ma dettati dallla necessità di acquisire elementi da riempire la valigia per il viaggio della propria vita.
Ora tu mi confermi quanto sempre ho creduto, che ho sempre e solo confidato in segreto a me stesso. Ora tu, affermi e mi racconti tutto ciò. Quando io prima lo pensavo. Io mi illudevo che fosse così.
Tu rappresenti la certezza. Tu rappresenti la concretezza dei miei utopici pensieri. Sei la mia fiducia del mio credere. Estratta concretezza della mia filosofia di Vita.
Ora anche tu sai del lavoro di taglio e non cucito, della mia bellissima Vita. Dell’acquisto di una nuova stoffa per creare il nuovo vestito e dare il nuovo colore alla mia vita. Opposto. Lontano. Da ciò che e’ stato il passato.
Quando ho tentennato, sono tornato un passo indietro. Con forza fisica, con la determinazione del pensiero, mi sono bloccato, a quella rete. Trattenuto dalle maglie ho creduto di cedere, di farmi catturare. Meno faticoso dell’oppormi. Meno difficile del lottare per sopravvivere. Più semplice farmi portare nell’acquario, essere domato e vivere chiuso e morire dentro. Eccoti. Tu sei l’incaio della rete, che ha permesso che si lacerasse. Cosi mi hai aiutato a liberarmi. Sei il nodo che ha permesso di dare una nuova speranza. Ogni nodo, a forza di tirare e forzare ha lasciato qualche segno. Questi segni mi servono per ricordare.
Voglio sapere di più. Sono serio, non e’ gioco. Voglio che mi racconti. Che confermi quanto ho idealizzato e sempre pensato. Confermi i miei sogni, confermi i miei desideri.
Dimmi quello che sai perchè, io,  devo sapere.

trilussa

Er compagno scompagno

 

Un Gatto, che faceva er socialista

solo a lo scopo d’arivà in un posto,

se stava lavoranno1 un pollo arosto

ne la cucina d’un capitalista.

 

Quanno da un finestrino su per aria

s’affacciò un antro Gatto: – Amico mio,

pensa – je disse – che ce so’ pur’io

ch’appartengo a la classe proletaria!

 

Io che conosco bene l’idee tue

so’ certo che quer pollo che te magni,

se vengo giù, sarà diviso in due:

mezzo a te, mezzo a me… Semo compagni!

 

– No, no: – rispose er Gatto senza core

io nun divido gnente co’ nessuno:

fo er socialista quanno sto a diggiuno,

ma quanno magno so’ conservatore!

 

1) Mangiando con metodo.

 

La maschera
 

Vent’anni fa m’ammascherai pur’io!

E ancora tengo er grugno de cartone

che servì p’annisconne1 quello mio.

Sta da vent’anni sopra un credenzone

quela Maschera buffa, ch’è restata

sempre co’ la medesima espressione,

sempre co’ la medesima risata.

Una vorta je chiesi: – E come fai

a conservà lo stesso bon umore

puro ne li momenti der dolore,

puro quanno me trovo fra li guai?

Felice te, che nun te cambi mai!

Felice te, che vivi senza core! –

La Maschera rispose: – E tu che piagni

che ce guadagni? Gennte! Ce guadagni

che la genti dirà: Povero diavolo,

te compatisco… me dispiace assai…

Ma, in fonno, credi, nun j’importa un cavolo!

Fa’ invece come me, ch’ho sempre riso:

e se te pija la malinconia

coprete er viso co’ la faccia mia

così la gente nun se scoccerà… –

D’allora in poi nascónno li dolori

de dietro a un’allegia de cartapista

e passo per un celebre egoista

che se ne frega de l’umanità!

 

L’ingegno
 

L’Aquila disse ar Gatto: – Ormai so’ celebre.

Cór nome e có la fama che ciò io

me ne frego der monno: tutti l’ommini

so’ ammiratori de l’ingegno mio! –

 

Er Gatto je rispose: – Nu’ ne dubbito.

Io, però, che frequento la cucina,

te posso di’ che l’Omo ammira l’Aquila,

ma in fonno preferisce la Gallina…