quello che facciamo in vita riecheggia nell'eternità

Archivio per 16 ottobre 2008

bisogna smetttere

 
"Improvvisamente, Giulio si blocca, fermo sul posto. E’ li nel mezzo della piazza dei giardini. Fermo, Paralizzato. Il suo sguardo corre velocemente verso la sua destra. Versoa la sua sinistra. Davanti a lui. Attratto da anziani che ridono. Bimbi che urlano. Mamme che parlottano. I cani che gironzolano. Persone in giacca e cravatta che procedono con passo svelto. Due immigrati ubriaconi sdraiati ai piedi di un albero. Sono molte persone. Ma lui e’ fermo, in pause. Osserva che non viene osservato. Si accorge Giulio del grande contrasto di un ritmo veloce e nello stesso tempo lento delle persone che si incrociano nei passi ma che non si osservano. Accade molto. Una coppia si bacia. Una sta litigando. Due persone si presentano. Due si stanno salutando.
Giulio non si sente appartenere a questo mondo. Non lo conosce. Meglio sa che esiste ma e’ da tanto tempo che non lo vive.
Giulio non ha mai tempo. Cosi dice lui. Non ho tempo. Lo dice alla mamma che gli chiede di andarlo a trovare. Lo dice ai suoi amici per una pizza. Mi dispiace non ho mai tempo. Sai lavoro impegni vari. Tanta burocrazia in italia. Corri di qua e corri di la.
Ma giulio questa volta e’ fermo. E’ spaesato. Perchè ha perso il contatto con la quotidianità.
Lui non sta videndo . Questa la domanda che si sta ponendo Giulio.
Eppure ho tanti amici sparsi in Italia. Ho la macchina, la bici e la moto. Vado in vacanza. Ho un lavoro. Ecco il lavoro e’mia colpa di tutto. Porta via tutto il tempo. Mi stressa e mi fa restare a casa. Li bloccato davanti ad un pc. Con un videogioco di terza generazione che porta via ore e ore.. E’ li davanti, si dice Giulio , che tutto e’ piu facile. _In fondo e’ come quei due anziani seduti sull panchina. Osservano il mondo senza troppi movimenti. Senza troppo spreco di energia. Con il loro sapere della propria vita sanno e viaggiano nelle persone che gli passano davanti. Cojn tanti loro ricordi. Fermo come lo e’ tutte le sere davanti il pc. Giro il mondo. Ecco cosa sta pensando Giulio. Però mancano quelle sensazioni di urto. Di colore. Di movimento. Il movimento crea energia. L’energia che interagisce con le altre energie.
Giulio guarda il mondo nel giardino. Questa volta ferma i suoi pensieri. Muove il primo passo. Ci riesce. Ne fa un secondo. Un terzo. Inizia a camminare. Girando intorno alla piazza, alla fontana all’area di giochi. L’anziano lo segue con lo sguardo. Il bambino gli urla di ripassargli il pallone. La vecchieta gli sorride. L’ubriacone immigrato gli allunga la mano.
Ecco Giulio ride, sorride, gli viene da ridere. Lui era fermo e tutto il resto gli era indifferente. Ha mosso dei passi e tutto ciò che lo circondava ha interragito con lui.
Basta, Bisogna muoversi. Pian piano. Un po tutto. Non basta un click per vivere."
 
                                                                                          
                                                                                                                                       – Fabrizio –