quello che facciamo in vita riecheggia nell'eternità

Un “passo” dopo l’altro

C’è il sole, l’aria è piacevole dopo 4 giorni di caldo afoso. Il giorno è quello prima del riposo. È tanto che pensavo ad una giornata così bella. Intanto sulle modernissime mappe,nostalgicamente pensando a quella di carta dove ho imparato a dar valore ad una linea tratteggiata, punteggiata, più o meno spessa e del suo colore, sulle modernissime mappe appunto, studiavo il percorso da fare.

Ore 830,la chiave la giro verso destra, push sul pulsante rosso di comando e il motorino di avviamento parte,brooom ! 

Controllo del casco, ultima sistemazione alla giacca nuova e gas. Primo semaforo, secondo, terzo e ultimo. Rampa della tangenziale e dritto sull’autostrada. Dicesi riscaldamento. Ci si concentra,si prende la posizione corretta, si capisce se ogni accessorio è comodo. Mezz’ora non di più. Si prende la rampa d’uscita e finalmente si entra in pista: la SS.

L’aria fa sentire la temperatura.

Gli odori ti fanno capire dove sei. 

Potresti essere anche bendato,ma perderesti i colori di questo magnifico paesaggio.

Il giro di gas ti fa capire che stai salendo. Pochi metri sul livello del mare che aumentano notevolmente dopo le prime gallerie.

Tanti stili diversi davanti e dietro di te,per qualche breve istante anche di fianco. 

Poi la valle, lo stop,un sorso di acqua e poi occhi spalancati e avanti con il primo passo. Curva dopo curva, tornate dopo tornante, con la strada che più sale e più diventa stretta. Non è questione di prospettiva. Senza barriere una sola distrazione e 2000mt di precipizio ti faranno provare l’ebrezza di volare. Sono la pecora nera,tra le bellissime dalla lana merinos e le capre meno belle belle ma più sostanziose della pedalata.

Tornante sinistro,destro e poi il laghetto. I bordi bianchi ti fanno capire che sei arrivato. 

A destra il bandierone tricolore di orgoglio nazionale,a sinistra il cartellone marrone “passo del gavia”

Wow,stop cavalletto laterale,scendo mi volto e godo dell’insieme di colori profumi freschezza degli oltre 2600mt di altitudine e 300km percorsi dalla metropoli. 

Ancora IO, ancora in compagnia di me stesso,l’ennesima soddisfazione dell’istante in cui respiri,accenni un sorriso e credi nel pensiero FATTO  e VIVO.

Un puntino contro il ghiacciaio,le valli e il mondo.

Ora giù verso valle,desta sinistra,uno è ancora un altro tornante,ancora giù. Sereno e felice.

Il primo passo l’ho fatto, subito dopo ripreso l’equilibrio del bimbo, con un sorriso del cuore sono pronto a fare il secondo passo. Stelvio 2700 poco più poco meno.

Ancora IO ancora in compagnia di me stesso, l’ennesima soddisfazione dell’istante in cui respiri, accenni un sorriso e crei nel pensiero FATTO E VIVO. Forse una ripetizione del testo,forse un errore? No perché l’emozioni dell’istante sono sempre come una prima volta…”passo dopo passo”… 

 

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